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OSSERVATORIO SUL NORD EST - L'INCERTEZZA SUL FUTURO DEI CITTADINI DEL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
FUTURO INCERTO, INUTILE FARE PROGETTI PER 6 SU 10
[di Natascia Porcellato]

Anche limitando lo sguardo all’ultimo quinquennio, possiamo elencare: la pandemia da Covid-19; la crisi dei prezzi dell’energia; l’attacco russo all’Ucraina e quello di Hamas a Israele, con le conseguenti guerre. Infine, da gennaio è arrivato Trump a gettare ancora più scompiglio, con il balletto dei dazi annunciati e ritirati e la messa in discussione delle relazioni internazionali statunitensi e, quindi, degli equilibri mondiali.

I fattori di incertezza, dunque, si susseguono ad un ritmo impressionante e sembra sempre più complicato trovare il bandolo della matassa. Secondo i dati analizzati da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est, non fa eccezione l’opinione pubblica dell’area: la quota di intervistati che condivide l’idea che “oggi è inutile fare progetti impegnativi per sé e per la propria famiglia perché il futuro è incerto e carico di rischi”, infatti, raggiunge oggi il livello record del 56%.

Guardando alla serie storica, possiamo vedere come l’orientamento sia cambiato nel corso del tempo: nel 1998, la quota di consenso non andava oltre il 33%, mentre tra il 2005 e il 2016 sale e oscilla intorno al 48-49%. Nel 2021, invece, l’indicatore si ferma al 44%, registrando una leggera diminuzione, per arrivare all’attuale 56%. Quest’ultimo, dunque, è il valore più alto mai registrato: rispetto al 1998, la crescita è di 23 punti percentuali.

Come cambia questa opinione nei diversi settori sociali? Vediamo prima di tutto il fattore anagrafico. Sono le persone di età centrale e quanti hanno tra i 45 e i 54 anni a manifestare il maggiore coinvolgimento da questo senso di incertezza (rispettivamente, 65 e 60%), mentre intorno alla media dell’area si fermano gli adulti (56%) e gli anziani (55%). Una certa presa di distanza, invece, sembra provenire dai giovani: l’adesione all’idea che il futuro sia troppo incerto per fare progetti di vita si attesta al 49% tra quanti hanno tra i 25 e i 34 anni, mentre si ferma dieci punti percentuali prima (39%) tra gli under-25.

Guardando al livello di istruzione, poi, possiamo ricavare ulteriori indicazioni interessanti. L’idea che sia inutile fare progetti impegnativi dato il futuro incerto ottiene i consensi maggiori tra quanti hanno conseguito al massimo la licenza media (63%), mentre si attesta al 48% tra chi è in possesso di un diploma o una laurea l’adesione.

Consideriamo, infine, il fattore socioprofessionale. Disoccupati (82%) e operai (68%) sono i due settori che maggiormente aderiscono all’idea che non sia possibile fare progetti data l’imperscrutabilità del futuro. Un valore che non si discosta molto dalla media dell’area, invece, è rintracciabile tra casalinghe (58%) e pensionati (56%). Esattamente divisi a metà, poi, sembrano essere gli impiegati (50%), mentre la condivisione non raggiunge la maggioranza assoluta tra liberi professionisti (45%), studenti (37%), e imprenditori (35%).

È, questo, un profilo che mostra dei tratti caratterizzanti, ma che rivela anche come il substrato di incertezza appaia ampio in tutte le classi sociali considerate: è la certezza dell’incertezza che si fa patrimonio comune, il paradosso che sembra essersi fatto realtà.



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 12 e il 17 maggio 2025 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1.016 persone (rifiuti/sostituzioni: 6.120), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,1% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli e Paolo Bonanomi hanno svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it
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