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ULTIME EDIZIONI OSSERVATORIO EUROPEO SULLA SICUREZZA |
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Focus sull'adolescenza (8 dicembre 2023)
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Focus sulla paura dell'immigrazione (1 dicembre 2023)
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XV Osservatorio Europeo sulla Sicurezza - anticipazioni (24 novembre 2023)
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ULTIME EDIZIONI IMMIGRAZIONE E CITTADINANZA IN EUROPA |
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Libro «Opinione pubblica e politica estera. Leader, mass media e personalizzazione» (19 marzo 2014)
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Rapporto 2008 (Anteprima) (6 ottobre 2008)
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Rapporto 2005 (novembre 2005 - file pdf)
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LE INDAGINI EUROPEE
Rapporti periodici sui temi dell'immigrazione, della cittadinanza, della partecipazione, osservati da una prospettiva continentale, nell'ambito del processo di costruzione dell'Ue. |
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LA PENISOLA DELLA PAURA. DOVE LA TOLLERANZA FA PERDERE CONSENSI [di Ilvo Diamanti]
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RITORNO ALLA PENISOLA DELLA PAURA [di Fabio Bordignon]
L'Italia è tornata ad essere la "penisola della paura". Il VI rapporto su Immigrazione e cittadinanza in Europa, curato da Demos-LaPolis-Pragma per Intesa Sanpaolo, sembra riportarci indietro di quasi dieci anni. I risultati dell'indagine, di cui Repubblica offre un'anteprima, delineano una società inquieta di fronte al fenomeno dell'immigrazione. Dopo una fase di parziale riassorbimento, l'allarme è tornato sui livelli del 1999. Anzi, li ha superati. Tanto da riproporre la specificità dell'Italia in Europa. Sicurezza e lavoro: attorno a queste due dimensioni tende a svilupparsi la "paura dello straniero". Solo in seconda battuta entrano in gioco fattori di matrice religiosa e culturale. Se circoscriviamo l'analisi ai quattro paesi dell'Europa occidentale inclusi nell'indagine, l'Italia è il contesto dove la paura generata dalla presenza straniera tocca i massimi livelli. Già nel 1999, il peso di quanti associavano immigrazione e criminalità aveva raggiunto il 46%: il dato più alto su scala continentale. Nella fase successiva, l'atteggiamento degli italiani si è prima "normalizzato", per poi subire una nuova inversione di rotta. Oltre il 50%, nell'autunno del 2007, afferma di vedere negli immigrati un pericolo per la sicurezza, e la rilevazione più recente fa segnare un valore di poco inferiore (45%, nel 2008). La "geografia sociale" della xenofobia trova i suoi punti di maggiore intensità fra i lavoratori autonomi e le casalinghe, nelle regioni del Centro-Sud, fra gli elettori del PdL e della Lega. |
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Anche nel Regno Unito la preoccupazione, su questa dimensione, si presenta elevata (37%), mentre è più contenuta in Francia (22%) e Germania (29%). A differenza di quanto avviene in Italia, tuttavia, negli altri paesi della "vecchia Europa" l'immigrazione suscita allarme soprattutto per motivi legati all'occupazione. Il tema è particolarmente sentito nel Regno Unito, dove il 48% dei cittadini vede l'immigrato come un concorrente per il posto di lavoro, ma anche in Francia (26%) e Germania (36%). Parallelamente, in Italia è più limitata la quota di persone che valuta in modo positivo il contributo dell'immigrazione, come risorsa per l'economia e l'apertura culturale: circa il 45%, mentre negli altri tre paesi oscilla fra il 50% e il 70%. Diversa e specifica è la situazione rilevata nell'Europa centro-orientale, dove il clima appare ben più teso. L'unica eccezione, in questo senso, è rappresentata dalla Romania, mentre i dati più critici riguardano Repubblica Ceca e Ungheria. Tra i cittadini cechi, la paura per l'ordine pubblico è sensibilmente cresciuta (66%), mentre tra quelli magiari l'immigrazione è vissuta soprattutto come una minaccia all'occupazione (75%), così come in Polonia, dove l'indicatore si ferma al 50%. |
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NOTA METODOLOGICA
I dati presentati in questa pagina costituiscono una anticipazione del VI Rapporto su Immigrazione e Cittadinanza in Europa, curato da Demos & Pi e dal LaPolis-Univ. di Urbino per Intesa Sanpaolo, con la direzione di Ilvo Diamanti. La comparazione con le precedenti edizioni del rapporto si basa su dati Demos-Fne. Il sondaggio è stato condotto, nel periodo ottobre-novembre 2007, da otto istituti europei, coordinati da Pragma, che ha inoltre curato la rilevazione italiana. Il campione è rappresentativo della popolazione adulta (15 anni e più) di 8 paesi europei, a partire da quote definite in base alle principali variabili socio-demografiche. La numerosità complessiva è di 8437 casi: Francia, 1005; Germania, 1001; Regno Unito, 1005; Italia, 1001; Polonia, 1013; Repubblica Ceca, 1066; Romania, 1107; Ungheria, 1240. Metodo di rilevazione: CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) per Francia, Germania, Regno Unito, Italia; interviste faccia a faccia per Polonia, Repubblica Ceca, Romania, Ungheria. Il documento completo su www.agcom.it. |
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