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Le mappe di Ilvo Diamanti
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
CALA CONTE, ZAIA LO RAGGIUNGE. IL VIRUS ORA PENALIZZA IL GOVERNO
[La Repubblica, 30 ottobre 2020]

La paura generata dal Coronavirus non accenna a ridursi. E, anzi, cresce. Insieme al contagio. Al contrario la fiducia nei confronti del governo sta scendendo costantemente, dopo il picco raggiunto nella scorsa primavera. È l'aspetto, forse, più immediato che emerge dal sondaggio dell'Atlante Politico condotto da Demos negli ultimi giorni. Peraltro, il consenso verso il governo appare ancora elevato. Espresso dalla maggioranza dei cittadini: il 55%. Ma negli ultimi mesi risulta in costante calo.

È, infatti, sceso di 2 punti nell'ultimo mese, di 5 rispetto a giugno. E di 16 rispetto allo scorso marzo, quando la pandemia ha fatto irruzione nella nostra vita. I recenti provvedimenti ottengono un favore sensibilmente inferiore (per quanto maggioritario) rispetto a quello espresso verso le misure prese nei mesi precedenti. A partire dal lockdown decretato in marzo. Così abbiamo assistito a un significativo cambiamento del clima d'opinione. Negli ultimi mesi, infatti, gli orientamenti politici si erano evoluti in relazione stretta con il sentimento di paura. Una "relazione inversa". Perché i cittadini, di fronte alla minaccia "virale" si erano stretti intorno al governo nazionale. Al Presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, anzitutto. Ma anche intorno ai governi e ai governatori delle Regioni. Spingendo ai margini l'opposizione.

Ma oggi l'orientamento sta cambiando. Perché la preoccupazione dettata dal Covid ha ripreso a crescere e ha toccato il livello più elevato da aprile. Anzi, quanti si dicono "molto preoccupati" sono più numerosi di allora: il 50%. E coloro che ammettono di essere (molto o abbastanza) preoccupati raggiungono, nell'insieme, l'87% della popolazione. Cioè, quasi tutti gli italiani. Tuttavia, la fiducia nel governo, come abbiamo detto, continua a calare. Per quanto lentamente. E la stessa tendenza si osserva sul piano "personale". La fiducia nei confronti di Giuseppe Conte continua ad essere elevatissima: 58%. Tuttavia, si tratta di 12 punti in meno, rispetto a marzo, quando aveva toccato il 70%. Inoltre, per la prima volta, non è più solo, in testa al gradimento dei cittadini. Perché è stato raggiunto da Luca Zaia. Presidente del Veneto. Rieletto, poco più di un mese fa, con un plebiscito di voti: il 77%. Dopo di loro, con il 54% dei consensi, incontriamo Mario Draghi. Il suo discorso di apertura al meeting di Rimini, lo scorso agosto, lo aveva accreditato come possibile competitor alle massime cariche dello Stato. Anche se l'ex Presidente della BCE non appare interessato a questa prospettiva. E, forse proprio per questo, è apprezzato.

Dietro di loro (con il 40%) si colloca Roberto Speranza, Ministro della Salute (speranza e salute: un duplice auspicio). Seguono diversi leader "nazionali": Meloni, Gentiloni, Salvini, Franceschini, Bonino, Berlusconi. Più sotto: Di Maio e Zingaretti. Le principali variazioni riguardano il calo di consensi verso il Presidente della Campania, De Luca. Forse, troppo "appariscente" e ironico, in tempi così drammatici. In fondo alla classifica, non per caso, troviamo i leader del M5S, Di Battista e Crimi. Insieme al fondatore Beppe Grillo. E a Matteo Renzi. Oggi, il suo "partito personale", Italia Viva, continua a di-mostrare un basso appeal elettorale. Secondo le stime di Demos, non arriva al 3%, accanto a + Europa e ad Azione di Calenda. Poco sotto a LeU e alla Sinistra.

Davanti a tutti, con il 23%, resta la Lega. Che, tuttavia, continua a perdere ancora consensi. Un punto e mezzo, negli ultimi due mesi. Ma circa nove rispetto alle Europee del 2019. Così il PD si avvicina. Ora è al 21,5%. Mentre il M5S, l'alleato di governo, scivola sotto al 16%. Meno della metà di quanto ottenuto alle Politiche del 2018. Così viene superato dai Fratelli d'Italia di Giorgia Meloni, che raggiungono il 16,2%. Oltre il doppio rispetto alle Europee e quasi 4 volte in più rispetto alle Politiche. Forza Italia, infine, "resiste" oltre il 7%. Ormai da mesi.

Il Centro-Destra appare, quindi, ancora largamente maggioritario. Ma gli equilibri, al suo interno, sono cambiati sensibilmente. A causa del calo della Lega e della crescita, parallela, dei Fd'I. Lo stesso discorso vale per la maggioranza di governo, visto che il M5S non riesce a frenare la discesa. Ma, soprattutto, a costruire un'identità oltre l'anti-politica. Mentre il Partito di Renzi resta marginale.

Il "ritorno della paura", dunque, sta alimentando la rabbia sociale. Testimoniata da manifestazioni di protesta "comprese" da circa metà degli italiani, che, pure, le ritengono sbagliate, vista la gravità del momento.
Questo sondaggio sembra, dunque, annunciare la fine della stagione del consenso intorno al governo e al suo Capo. Senza che l'opposizione ne tragga vantaggio.
Altri segni di un Paese spaesato, alla difficile ricerca di un disegno con-diviso.

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