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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
DALLA FEDE ALLA FIDUCIA: FRANCESCO PIù POPOLARE DELLA SUA CHIESA
[La Repubblica, 14 novembre 2020]

Papa Francesco è, da sempre, al centro dell'attenzione pubblica e dei media. Anzitutto perché è l'autorità più importante della Chiesa. E perché interpreta il ruolo in modo poco "convenzionale". Meno attento, cioè, alle "convenzioni". Assumendo posizioni e prendendo decisioni discusse anche fra i cattolici, oltre che all'esterno.

"L'attenzione" è divenuta "tensione", di recente, di fronte alle sue parole, riprese da un documentario presentato alla Festa di Roma. Nel quale auspica "una legge che tuteli le unioni civili". E aggiunge "che le persone omosessuali sono figli di Dio e hanno il diritto di essere in una famiglia". Per altro verso, è ancora accesa la polemica riguardo allo scandalo finanziario che ha condotto alle dimissioni imposte dal Papa al Cardinale Giovanni Angelo Becciu, per anni suo collaboratore. Al di là delle specifiche vicende, che si ripropongono, con frequenza, Papa Francesco ha alimentato il dibattito fin dal 2013, quando venne eletto dopo che Benedetto XVI, al secolo Joseph Ratzinger, decise di dimettersi. Un evento senza precedenti, che, ancora oggi, alimenta il "mito" della (com)presenza di 2 Papi. Improprio, in quanto contrasta con l'unità della Chiesa.

Tuttavia (come mostrano i dati dei sondaggi di Demos, presentati nel testo), fin dal suo "avvento", Papa Francesco ha ottenuto un consenso ampio, che supera i confini del mondo cattolico. A differenza dei predecessori. Compreso Papa Ratzinger, la cui popolarità, nel corso del pontificato, dal 2005 al 2013, ha conosciuto fasi alterne. E, dopo alcuni anni difficili, era risalita oltre il 53% solo dopo le dimissioni, che ne avevano valorizzato e "umanizzato" l'immagine. Invece, fin dai primi anni di pontificato, oltre 8 italiani su 10 hanno manifestato verso Papa Francesco un grado di fiducia elevato. Molto superiore rispetto alla Chiesa. Perché la Chiesa è, spesso, valutata con distacco e, talora, diffidenza, dai "non cattolici". E dai non-praticanti. È, anzi, probabile che il diverso grado di fiducia espresso verso Papa Francesco e verso la Chiesa rifletta, in qualche misura, l'impressione che il Pontefice agisca in modo diverso - e quasi alternativo - rispetto alla curia vaticana. Non per nulla, in passato, l'ha definita "l'ultima corte d'Europa".

Tuttavia, la popolarità di Papa Francesco è scesa in modo significativo dopo il 2016, quando, dall'82%, è calata al 72%, nel 2018. Questo ridimensionamento ha due spiegazioni principali. La prima richiama il sostegno dichiarato e ripetuto di Francesco a favore dei "poveri del mondo". In particolare, gli immigrati, che varcano i nostri confini. E generano insicurezza. Danno un volto alla nostra paura della globalizzazione. Per questo sono divenuti un tema di campagna elettorale permanente.

La seconda ragione del calo di popolarità di Francesco dopo il 2016 richiama il cambiamento, annunciato da Bergoglio. Non solo "nel mondo", ma anche, anzitutto, "dentro" la Chiesa. Un proposito, in parte, deluso.
Tuttavia, il declino osservato dopo il 2016 negli ultimi due anni si è fermato. E la fiducia verso Papa Francesco risulta ancora molto elevata. La più elevata, in Italia, tra le figure pubbliche, secondo le indagini più recenti. Infatti, continua a riscuotere il consenso di 7 italiani su 10. E si tratta di un sostegno "trasversale". Che attraversa settori differenti. Dentro e fuori la Chiesa. Riflesso di un "Dialogo fra credenti e non credenti" proposto, in diverse occasioni, da Eugenio Scalfari, in queste pagine. Così, la fiducia verso Papa Bergoglio risulta pressoché totale fra i "praticanti assidui", coloro che vanno a messa (quasi) tutte le domeniche. Ma risulta maggioritaria anche fra i "praticanti saltuari". E coinvolge metà dei "non praticanti". La fiducia nella Chiesa, invece, scende sensibilmente, insieme alla pratica religiosa. Fino a toccare il 9% fra coloro che non vanno mai a messa.

La credibilità di Francesco, se osservata da una prospettiva politica, appare altrettanto trasversale. Anche se contraddice, in parte, l'orientamento di un tempo, quando la distanza dal Papa e dalla Chiesa cresceva a Sinistra. D'altronde, il muro è caduto. Insieme al Partito comunista. Così oggi la fiducia verso il Papa tocca il massimo fra gli elettori del Pd (87%) e diminuisce a Destra. Ma resta elevata dovunque. A Sinistra, al Centro e a Destra. Papa Francesco, infatti, è stimato da oltre il 70% fra gli elettori di FI e del M5s. Inoltre, da circa due terzi della base dei Fd'I. E da poco più della metà di chi vota Lega. La Chiesa, invece, ottiene considerazione solo fra gli elettori di FI. Oggi, che il partito di Berlusconi ha perduto la "centralità" di un tempo.

In fondo, si ripropone ciò che avviene in politica. Dove la personalizzazione è divenuta dominante. Questa è "la Chiesa di Francesco". E Papa Francesco, di conseguenza, non esita ad aprire conflitti nella Chiesa. Perché se la fiducia nei confronti del Papa dovesse crollare, crollerebbe anche la "fede". Nella "sua" Chiesa.

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