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ULTIME MAPPE |
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La strada stretta del campo largo Piace agli elettori Pd ma non agli alleati (23 settembre 2024)
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Armi all’Ucraina I più contrari sono tra gli elettori di Lega, FdI e M5S (16 settembre 2024)
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Il limite del doppio mandato piace più ai dem che ai grillini (13 settembre 2024)
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Il paradosso degli elettori democrazia senza i partiti (27 agosto 2024)
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI
La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica. |
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GLI ITALIANI E PUTIN LO ZAR È PIÙ DEBOLE SÉ ALLE SANZIONI DIVISI SULLE ARMI [La Repubblica, 28 luglio 2023]
È passato un anno e mezzo dall'invasione russa dell'Ucraina. Tuttavia, non si vedono ancora soluzioni chiare. Gli attacchi della Russia proseguono. Ma l'Ucraina non sembra disposta a cedere. E resiste. Anzi, reagisce, anche se la popolazione è profondamente provata. Tuttavia, di fronte a questa guerra di lunga durata, in Italia l'atteggiamento dell'opinione pubblica non cambia. Sembra, infatti, prevalere un senso di abitudine. Se non di rassegnazione. Mentre cresce l'insofferenza verso Putin.
È quanto emerge dal sondaggio condotto da Demos. La paura della guerra, ovviamente, persiste. E inquieta quasi 9 persone su 10. Oltre metà (48%) in misura più seria. Tuttavia, si tratta di un sentimento stabile, nel tempo. Come le soluzioni previste e preferite. Per quanto non risolutive. Oltre 6 italiani su 10 (il 63%) ritengono, infatti, opportuno mantenere le sanzioni contro la Russia. Una quota in lieve aumento, negli ultimi mesi. Ma più bassa, rispetto alla fase di avvio. In particolare, per quel che riguarda la componente che dimostra un grado di preoccupazione più elevato. Salita al 48%. La stessa tendenza si osserva riguardo alle opinioni nei confronti degli aiuti militari all'Ucraina. Approvati da circa metà del campione. Un dato analogo e costante, a partire dallo scorso autunno. A conferma che le sanzioni sono considerate utili. Le armi agli ucraini di meno.
Tuttavia, appare largamente maggioritaria (62%) la quota di quanti vedono indebolita la leadership del presidente russo, Vladimir Putin. Che deve fare i conti con problemi e sfide che provengono non solo da fuori, ma anche dall'interno del Paese. Come è risultato chiaro in occasione della "marcia su Mosca", avviata - e sospesa - dalla brigata Wagner. Guidata da Evgenij Prigozhin, ormai in semi esilio in Bielorussia. Tuttavia, proprio per questa ragione, la guerra prosegue. Perché consente a Putin di resistere. All'interno, oltre che all'esterno.
Il conflitto, peraltro, fornisce aiuto e sostegno anche alla leadership di Zelensky. In quanto gli permette di mantenere e, anzi, allargare i rapporti con i Paesi dell'Occidente. Sul piano militare e commerciale.
L'immagine di Putin appare, comunque, più "sbiadita". Secondo una larga maggioranza di italiani, superiore al 60%, il presidente russo si è indebolito, durante la guerra. Solo una quota limitata, il 13%, pensa il contrario. Che oggi sia più forte rispetto a prima. La percezione di crescente debolezza del presidente russo appare diffusa, fra i cittadini. Distribuita in modo trasversale, sul piano politico. Anche se inmisura diversa, fra gli elettori dei principali partiti. In quanto prevale soprattutto nel centro-sinistra. Risulta, infatti, decisamente maggioritaria nella base del Pd, dove è condiviso da oltre tre quarti degli intervistati. Ma la pensa allo stesso modo oltre il 60% di chi vota per il M5S. Mentre, fra gli elettori degli altri partiti, emergono valutazioni non troppo dissimili. I livelli più ridotti di distacco si osservano nella base della Lega e di FI. Probabilmente, per i rapporti di "confidenz a" dei leader con il presidente russo, in passato. Tuttavia, anche in questo caso, l'immagine di Putin appare sfocata. Indebolita, secondo oltre la metà degli elettori di centro- destra. Che raggiunge quasi il 60%, nella base di Fratelli d'Italia. La guerra in Ucraina, dunque, continua a suscitare un elevato grado di preoccupazione, fra gli italiani.
D'altra parte, non potrebbe essere diversamente, visto che, a una "distanza non molto distante" dalle nostre frontiere, il conflitto prosegue. E rischia di allargarsi ancora, come sottolinea il dispiegamento di unità militari al confine con la Bielorussia, annunciato dalla Polonia. Una scelta che lo stesso Putin ha denunciato, con toni minacciosi, come un «gioco molto pericoloso». Tanto più in quanto la guerra ha, di fatto, accentuato il sostegno dei Paesi occidentali all'Ucraina. Attraverso l'invio di armi. E ha favorito un crescente consenso verso l'allargamento dei confini dell'Ue e della stessa Nato. A Est. In direzione della Russia.
Resta, però, nell'insieme, l'impressione che il conflitto non sia destinato a concludersi presto. Facilmente. D'altronde, le difficoltà riguardano e coinvolgono entrambi i fronti. E riproducono una situazione di stallo. Che, tuttavia, potrebbe avere conseguenze positive, come viene osservato nell'ultimo numero di Limes .Perché allargherebbe gli spazi per trattative e negoziati. Il sondaggio di Demos, comunque, sottolinea come, oggi, in Italia, la distanza geo-politica dalla Russia sia cresciuta. E si sia "personalizzata". Identificata con Putin. Ma "neppure l'Ucraina è vicina". Al contrario. Mentre la guerra è sempre lì. Non lontano da noi.
E ne sentiamo il fragore. Anche se ci stiamo abituando. Purtroppo.
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