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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
MATTARELLA CONQUISTA DUE ITALIANI SU TRE. E CRESCE LA VOGLIA DI ELEZIONE DIRETTA
[La Repubblica, 30 ottobre 2023]

Il Presidente della Repubblica è la figura istituzionale verso la quale i cittadini manifestano il maggior grado di fiducia. Insieme al Pontefice. È quanto è emerso nell'indagine annuale sul rapporto fra gli italiani e lo Stato, condotta, un anno fa, da Demos- LaPolis Università di Urbino. Una valutazione che si conferma ancora oggi, come dimostra il recente sondaggio di Demos pubblicato su Repubblica .
Ma si combina con una significativa domanda di "premierato". Un modello delineato dai leader della maggioranza, che dovrebbe arrivare in Consiglio dei ministri nei prossimi giorni.

Circa i due terzi del campione esprimono un consenso elevato verso il Presidente Sergio Mattarella. Il gradimento, negli ultimi mesi, è sceso, in misura limitata.
Ma, dai tempi dell'elezione, nel 2015, è salito di oltre 15 punti. La fiducia nei suoi riguardi è cresciuta, in particolare, dopo il voto del 2018, grazie al ruolo svolto in una situazione politica complicata. Ma si è rafforzata negli ultimi anni, fra il 2021 e il 2022, quando la diffusione del Covid ha generato paura. Un sentimento accentuato dall'invasione della Russia in Ucraina. Che ha alimentato, fra i cittadini, la ricerca di un riferimento comune.

Il sondaggio di Demos sottolinea come questo atteggiamento sia diffuso in modo "trasversale", sul piano politico. È, infatti, condiviso da componenti maggioritarie in tutti i principali partiti. Che raggiungono la quasi totalità, fra gli elettori dei Pd. Ma coinvolgono i tre quarti della base di FI. E quote elevate anche nel M5S, nella Lega e nei FdI.

Questo orientamento riflette una domanda di "autorità autorevole", mentre il sistema partitico è attraversato da divisioni profonde. Fra gli schieramenti e negli stessi partiti.
Rispetto a un tempo, le loro basi ideali, sociali e organizzative si sono indebolite. E il loro percorso si è complicato, come mostrano i cambiamenti nei rapporti di "forza" tra le "forze" politiche avvenuti negli ultimi anni. D'altronde, i partiti si identificano, sempre più, nei leader. E quasi tutti, negli ultimi anni hanno "cambiato volto". Cioè, leader.

Anche per questa ragione ilruolo del capo dello Stato è importante. Perché fornisce un volto condiviso a un sistema politico diviso. Anche per questa ragione, nell'opinione pubblica, la "personalizzazione" si traduce nella richiesta di un sistema elettorale "personalizzato". Ben interpretato dall'elezione diretta. Ritenuta il "migliore dei modi possibili" per scegliere il presidente della Repubblica da una maggioranza di italiani chiara, ma non schiacciante: il 57%. Come emerge dal sondaggio di Demos questo modello di selezione è particolarmente gradito agli elettori dell'area di governo, soprattutto, dei FdI. Che lo appoggiano in misura pressoché unanime (84%). Anche tra chi vota per FI e per la Lega il sostegno all'elezione diretta appare molto largo. Superiore al 60%. Mentre scende fra coloro che fanno riferimento ai partiti di opposizione. Il M5S e il Pd. Tuttavia, anche in questo caso, il consenso resta elevato. Fra il 45% e il 47%.

Inoltre, è interessante osservare come la "personalizzazione" del sistema istituzionale e rappresentativo si estenda alla scelta del presidente del Consiglio. La maggioranza dei cittadini intervistati, infatti, preferirebbe scegliere il capo del governo in modo diretto. La misura di questa opinione è identica a quella espressa riguardo al presidente della Repubblica: 57%. E si riproduce negli orientamenti di voto. Con qualche differenza, limitata. La preferenza per l'elezione diretta del capo del governo, infatti, appare maggiore rispetto a quella del capo dello Stato fra gli elettori di FI, della Lega e del M5S. Che hanno una storia di "partiti personali" più radicata. Ma il grado più elevato di adesione a questo modello si osserva tra chi vota per i FdI. Il partito che, oggi, governa e ha un volto "presidenziale" riconosciuto. Giorgia Meloni.

La propensione verso l'elezione diretta del presidente della Repubblica e del capo del governo delinea, quindi, un percorso già avviato da tempo. Dai governi precedenti, che hanno fatto largo ricorso ai decreti-legge. E al voto di fiducia. Una pratica utilizzata anche da questo governo. Con l'effetto di indebolire il ruolo del Parlamento. Chiamato a confermare, quando e se necessario, quanto già deciso da chi governa. In primo luogo, "il" Presidente. Giorgia Meloni.

Tuttavia, il presidente Sergio Mattarella ha costituito e costituisce una garanzia di fronte al rischio che la fiducia presidenziale si traduca in "presidenzialismo di fatto". Ma l'elezione diretta del premier, di cui discute la maggioranza in questi giorni, potrebbe favorire nuove forme di presidenzialismo. Parte integrante della riforma costituzionale che Giorgia Meloni ha annunciato, ieri, nel suo messaggio alla Dc. Per definire il percorso "della" e "nella" Terza Repubblica.

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