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ULTIME MAPPE |
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La figura del capo è tramontata gli elettori reclamano un’altra politica (27 gennaio 2025)
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Mani pulite addio più di un italiano su due crede al teorema dei giudici politicizzati (13 gennaio 2025)
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La sordina sui migranti mai così invisibili la politica ne parla per soffiare sulle paure (6 gennaio 2025)
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La Tangentopoli infinita per un italiano su due restiamo il Paese dei corrotti (9 dicembre 2024)
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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI
La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica. |
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GLI ITALIANI HANNO FIDUCIA IN PAPA FRANCESCO “BALUARDO CONTRO LE GUERRE” [La Repubblica, 4 novembre 2023]
Papa Francesco è sempre presente di fronte agli eventi che attraversano e turbano la scena globale. In particolare, in questi tempi. Di guerra. O meglio, di guerre che si susseguono. E generano tragedie in-finite. Senza fine. Dovunque. Oggi, in Israele. In Medio Oriente. Mentre è ancora in corso la guerra in Ucraina. Poco lontano dai nostri confini. Ma, oggi, meno evidente, perché in primo piano, nei nostri sentimenti e ai nostri occhi, narrato e ri-prodotto sui media, c'è il conflitto, tragico, che ha travolto Israele e il Medio Oriente. Dopo l'attacco di Hamas, il movimento di ispirazione religiosa, che, di fatto, controlla la striscia di Gaza, da quasi vent'anni. Papa Francesco, in merito, è intervenuto più volte. Negli ultimi giorni, intervistato dal direttore del Tg1, Gian Marco Chiocci, ha affermato, con evidente dolore, che «non è stato sufficiente vedere l'olocausto e i 6 milioni di ebrei uccisi«. Perché, purtroppo, «l'antisemitismo rimane nascosto». E, di guerra in guerra, «ci si abitua all'orrore. Alle guerre«. Ma noi, scandisce Papa Francesco: «Non dobbiamo abituarci ». Tuttavia, è ciò che avviene. E ci sono «tante guerre dimenticate. Perché non ci toccano». Così rilancia il progetto definito dall'accordo di Oslo: «due popoli, due Stati ben de-limitati e Gerusalemme con uno status speciale». Parole che risuonano forti. E rammentano quanto "questo" Pontefice, sia sempre in prima linea, di fronte a ogni evento. Tragico e non solo.
Anche per questa ragione Papa Francesco conferma un alto livello di fiducia, fra i cittadini. Molto superiore, rispetto alla Chiesa. Come mostra il recente sondaggio condotto da Demos. Certo, negli ultimi anni si è ridimensionato. Ma rimane elevato. Condiviso da quasi due terzi degli italiani. Per la precisione: il 64%. Un dato che conferma questo Pontefice come la figura (e l'autorità) pubblica maggiormente stimata e accreditata in Italia. Insieme al Presidente Sergio Mattarella, a cui abbiamo dedicato la Mappa pubblicata nei giorni scorsi. Non per caso. Due riferimenti certi in tempi incerti.
La fiducia degli italiani verso la Chiesa, invece, scende. Si ferma al 34%. L'indice più basso negli ultimi 20 anni. Questa tendenza riflette, anzitutto, l'evoluzione della pratica religiosa nella società.
Infatti, come rileva una ricerca dell'Istat, attualmente il 19% degli italiani frequenta i luoghi di culto almeno una volta alla settimana. Il 31% "mai". La frequenza alla messa e ai luoghi di culto è più "frequente" fra gli anziani. Ma "de-cresce in misura crescente" insieme all'età. Questa tendenza caratterizza anche il giudizio nei confronti del Papa, ma in modo molto diverso. In quanto Papa Francesco è apprezzato anche da coloro che dichiarano una pratica"saltuaria". E, in misura significativa, fra i più giovani. Tuttavia, il "credito" nei suoi confronti raggiunge i livelli più elevati fra gli adulti e i più anziani. In proporzione molto maggiore rispetto alla Chiesa.
Comunque, l'aspetto, forse, più interessante, al proposito, emerge quando si considerano gli orientamenti politici. I n particolare, le scelte di voto. D'altra parte, il voto, fino agli anni Novanta, era una vera "fede". Accentuata dalla "frattura anti- comunista", riprodotta da Silvio Berlusconi, nella "Seconda Repubblica". Quando il Cavaliere ha riproposto, in Italia, la linea di demarcazione (anti-comunista) del Muro di Berlino. Evocando il "muro di Arcore". Peraltro, i riflessi di questa "frattura" si colgono evidenti nel linguaggio politico e anti-politico. La "fiducia", che orienta i cittadini nei confronti dei partiti e dei leader è unavariante, meno impegnativa, della "fede". E il "credito" verso gli attori politici e istituzionali evoca il concetto di "credere".
È comunque interessante osservare come la popolarità del Papa superi le distinzioni e i muri della politica. Raggiunge, infatti, il massimo livello fra gli elettori di FI e del PD. Ma appare ampia anche tra chi vota per il M5S e i FdI. Mentre tocca il livello più basso, per quantosi confermi "maggioritario", fra gli elettori della Lega. Per ragioni comprensibili, visto che Papa Francesco predica l'accoglienza dei migranti e l'apertura delle frontiere. Cioè, un messaggio opposto rispetto alla Lega, che ha fatto dello straniero il "simbolo dell'altro", diverso da noi italiani. Utile a de-marcare l'identità nazionale. Tanto più dopo che la Lega ha superato i confini del Nord. E ha spostato i centri della diffidenza da Roma a oltre-mare. Papa Francesco, così, è divenuto un "attore" e un simbolo di accoglienza. Di apertura al mondo. Mentre il mondo fa sempre più paura.
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