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LE MAPPE DI ILVO DIAMANTI

La geografia degli orientamenti culturali, sociali e politici degli italiani, tracciata dagli articoli di Ilvo Diamanti per La Repubblica.
VIROPOLI, COSÌ CON L'EMERGENZA COVID RINASCE LA FIDUCIA NELLO STATO
[La Repubblica, 23 dicembre 2020]

Siamo giunti alla XXIII edizione della ricerca, condotta da Demos per Repubblica, che rileva e analizza il "Rapporto fra gli italiani e lo Stato". Da oltre vent'anni. Ma non c'è bisogno di ricerche per scoprire che questo è un anno speciale. Diverso dagli anni passati e, speriamo, da quelli che verranno. Un anno in-dimenticabile. Durante il quale abbiamo cercato di difenderci e reagire. Di fronte all'emergenza improvvisa che ci ha coinvolti e - in parte - stravolti. Il Virus. Il Covid 19, fin dai primi mesi dell'anno, ha investito il Paese.  Con una breve pausa estiva, che ci aveva illusi. Per poi riprendere, in modo più violento di prima. Ancora oggi, siamo in attesa di un vaccino che possa contrastare il Virus. Se non "batterlo", almeno com-batterlo in modo efficace. Per questo le relazioni fra gli italiani e le istituzioni - lo Stato, in primo luogo - sono cambiate profondamente. Quanto allo Stato, è dal 2009 che non raggiungeva un indice di fiducia tanto elevato: 33%. Solo nel 2018, dopo anni di declino, si era osservata una ripresa rilevante, quanto improvvisa. Puntualmente rientrata l'anno seguente, quando il grado di confidenza nei suoi riguardi è scivolato al 22%. Cioè, alla normalità, per l'Italia. Tanto più da quando, negli ultimi vent'anni, "l'anti-politica" è divenuta un tema "politico" di successo. Infatti, alle elezioni del 2018 si erano affermati due soggetti "politici" che avevano interpretato sentimenti "anti-politici". Il M5S e la Lega di Salvini. Così l'atteggiamento dei loro elettori aveva cambiato segno. Manifestare sfiducia verso le istituzioni dello Stato avrebbe significato esprimere sfiducia verso se stessi. Perché i partiti ai quali si rivolgevano stavano al governo. Al centro dello Stato. L'anno seguente, cioè, l'anno scorso: 2019, tutto era rientrato nella normalità. Dopo l'uscita della Lega dalla maggioranza, la fiducia verso lo Stato e, in misura minore, verso il Parlamento si era abbassata notevolmente. Anche se il M5S è (ancora) al governo...

Anche per questo l'atteggiamento dei cittadini verso lo Stato e le principali istituzioni pubbliche appare nuovamente orientato alla  fiducia. Ma il motore di questo cambiamento non è politico, né anti-politico.

È, invece, dettato dal sentimento di incertezza, per certi versi: paura, che si è diffuso rapidamente nel corso dell'anno, dopo l'irruzione del virus. Un evento che ha generato tensioni contrastanti fra gli italiani. Solidarietà ma anche solitudine. Perché la paura generata dal contagio ha spinto i cittadini a raccogliersi intorno a simboli comuni. Così abbiamo visto i tricolori alle finestre e sui balconi. Accompagnati da scritte che incitavano alla speranza: "Andrà tutto bene".  Al tempo stesso, però, il contagio ha indotto le autorità a (im)porre vincoli rigidi. Volti a evitare il contatto fra le persone. A favorire il distanziamento "fisico". Definito, dai ministeri, "sociale". Distanziamento sociale. Un vincolo che sta producendo l'indebolimento della società. Attraverso provvedimenti che mirano, anche in questa fase, a limitare la frequentazione oltre la cerchia familiare. Allargata agli amici più stretti. D'altronde, l'allentamento di questi vincoli e dell'auto-controllo dei cittadini ha sicuramente contribuito, dopo l'estate, alla ripresa del contagio.
Così oggi siamo distanziati socialmente. E progressivamente isolati territorialmente. Per il divieto di muoversi oltre i confini regionali. E perfino comunali.

Dunque, il sentimento di insicurezza e paura, diffuso nel Paese, spiega il declino della partecipazione sociale, osservato quest'anno. Spiega, inoltre, la crescita della fiducia verso lo Stato, il Parlamento. I governi locali: Regione e Comuni. E, in particolare, verso i servizi pubblici. Soprattutto, la Sanità.

Le persone partecipano di meno perché oggi è impossibile mobilitarsi, sul territorio. Così, l'unica forma di partecipazione che cresce è quella "digitale". Che, tuttavia, contribuisce, a sua volta, al "distanziamento sociale". E rende difficile "socializzare".

Per questo assistiamo a tendenze in apparenza contrastanti, ma coerenti. Il distanziamento sociale e l'avvicinamento alle istituzioni di governo. E, quindi, allo Stato. Perché viviamo in uno Stato particolare. Uno "Stato di emergenza". Un'emergenza che induce ad affidarci allo Stato. E a diffidare dei partiti. Più dei partiti, i cittadini cercano e guardano "le persone". Vorrebbero un "leader forte". Non un soggetto "autoritario".  Ma "autorevole". Per questo resta elevata la fiducia verso il Presidente della Repubblica e, prima ancora, la "fede" nel Papa. Peraltro, non è un caso che davanti a tutti, nella graduatoria della fiducia, vi siano soggetti che interpretano il sentimento e le paure del nostro tempo. Gli scienziati. La Protezione civile. Perché oggi i cittadini chiedono "protezione". E cura. Anzitutto agli scienziati. Ai virologi. Come trent'anni fa si rivolsero ai magistrati, per rispondere alla corruzione politica che aveva de-generato Tangentopoli. Il Paese delle Tangenti alla ricerca di giustizia. Mentre oggi di fronte a noi c'è lo Stato di emergenza. Viropoli. Il Paese del virus alla ricerca di un vaccino.

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