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OSSERVATORIO SUL NORD EST - CRIMINALITÀ ORGANIZZATA E CRIMINALITÀ COMUNE: I TIMORI DEL NORD EST

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
PER GLI ABITANTI DEL NORD EST QUI LA MAFIA NON ESISTE
[di Natascia Porcellato]

"Il Veneto ricco e pacioso [...] era il posto giusto per impiantare una nuova organizzazione mafiosa. Rigidamente autoctona ma disposta a fare affari con tutti.". Così Massimo Carlotto inquadra la nascita della cosiddetta Mala del Brenta (la mafia nordestina per eccellenza) nel suo romanzo «Nessuna cortesia all'uscita», in cui ritroviamo anche gli intrecci che questa aveva con le cosche meridionali e quelle straniere. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, punta la propria attenzione sulla percezione delle criminalità. I nordestini giudicano maggiormente preoccupante la presenza della criminalità organizzata quando si riferiscono all'Italia (77%), mentre per la propria zona di residenza l'apprensione va verso quella comune (72%). Piuttosto limitata appare anche la quota di intervistati che considera molto o abbastanza presenti le organizzazioni mafiose nel territorio (19%), mentre circa un nordestino su cinque ritiene che le mafie nel Nord Est non ci siano e non ci siano mai state.
Tre anni fa, al momento dell'arresto di Bernardo Provenzano, erano emerse le intenzioni del clan Lo Piccolo di operare nel veneziano e, per questo, era già stata costituita una società. Alla fine di luglio di quest'anno, invece, a Mogliano Veneto veniva arrestato, mentre faceva jogging, Vito Zappalà, latitante legato al clan dei Laudani e dedito soprattutto a traffico e spaccio di droga. Aveva anche una compagna: lo credeva un pensionato trasferito nella tranquilla provincia veneta. Ancora, qualche settimana fa sono stati arrestati 11 esponenti della rinata Mala del Brenta. Queste sono solo alcune delle notizie riguardanti la presenza nel Nord Est di organizzazioni malavitose, di qualsiasi provenienza siano.
L'opinione pubblica dell'area, però, appare poco allarmata su questo fronte. La maggiore attenzione, infatti, pensando alla propria zona di residenza, va alla criminalità comune (72%), mentre è circa un nordestino su cinque a ritenere più grave il crimine organizzato.
In modo speculare, la mafia viene percepita come un fenomeno di cui ci si deve preoccupare soprattutto quando si pensa all'Italia (77%), in cui, invece, la criminalità comune viene stimata meno grave.
E quanto vengono considerate diffuse le mafie nel Nord Est? La presenza di organizzazioni criminali di stampo mafioso in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e nella provincia di Trento viene giudicata molto o abbastanza diffusa dal 19% degli intervistati, mentre il 78% la considera poco o per niente presente.
Com'è cambiata la percezione della presenza delle cosche nel territorio? Riferendosi ad un arco temporale di dieci anni, è circa un nordestino su quattro a considerare cresciuta la presenza della mafia nella propria zona, mentre il 37% la considera sostanzialmente stabile. Al contrario, a giudicare in calo la presenza delle organizzazioni mafiose è circa il 12%. Infine, oltre un nordestino su cinque (21%) non percepisce il fenomeno e si dichiara convinto che la mafia, in queste terre, non c'era prima e non c'è neppure ora.
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto nei giorni 25-26 ottobre 2010. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1011 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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