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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST E CHIRURGIA ESTETICA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SI ESAURISCE LA PASSIONE PER LA CHIRURGIA ESTETICA
[di Natascia Porcellato]

"All'età di cinquant'anni ogni uomo ha la faccia che si merita", osservava George Orwell. Ma, forse, faticherebbe a ribadirlo oggi: tra il tempo e la natura, infatti, si è inserito il bisturi del chirurgo estetico. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa di chirurgia estetica. Quanto è condivisa dai nordestini l'idea che, se una persona desidera modificare l'aspetto del proprio corpo, è giusto che ricorra alla chirurgia estetica? Circa un rispondente su quattro (26%) si dichiara moltissimo o molto d'accordo con questa affermazione: il calo rispetto a un anno fa è di circa 7 punti percentuali.
Secondo gli ultimi dati Censis-Sicpre (Società Italiana di Chirurgia Plastica Ricostruttiva ed Estetica) disponibili, tra il 2003 e il 2008, gli interventi di chirurgia estetica in Italia sono passati da 180mila a 297mila, segnando una crescita del 65%, con gli uomini a occupare ormai oltre il 20% del mercato. Ma, con tutta probabilità, queste sono delle stime al ribasso. Così, tra rinoplastica (per correggere un naso imperfetto) e blefaroplastica (indicata per eliminare borse sotto gli occhi o palpebre cascanti), liposcultura (utile per rimodellare fianchi e addome) e interventi al seno (di riduzione, aumento o rimodellamento), per citare solo alcuni degli interventi più comuni, in Italia uomini e donne sembrano essere sempre più propensi a sdraiarsi sul lettino del chirurgo per farsi ritoccare qualcosa.
Ma la bellezza si può davvero costruire? Ed è giusto farlo? Secondo i dati dell'Osservatorio di oggi, alla crescita degli interventi di chirurgia estetica non sembra accompagnarsi un aumento della accettabilità sociale di queste pratiche. Oggi è circa il 26% a considerare giusto che una persona modifichi chirurgicamente il proprio corpo, se lo desidera. Il calo rispetto allo scorso anno è di circa 7 punti percentuali, ma allargando lo sguardo alla serie storica nella sua completezza, osserviamo come questo sia il dato più basso di sempre. La crisi economica nella quale versa da qualche anno anche il Nord Est ha probabilmente reso meno ammissibile l'investimento di consistenti somme di denaro in una pratica considerata, forse, voluttuaria.
Rispetto alle età, vediamo come siano soprattutto coloro che hanno tra i 25 e i 34 anni a porsi in modo comprensivo rispetto alla chirurgia estetica: tra di loro, infatti, l'accordo verso gli interventi volti a migliorare il proprio aspetto sfiora il 40%. Questa posizione, però, è sostenuta in misura superiore alla media dell'area anche dagli adulti di età compresa tra i 45 e i 54 anni (31%) e dai giovani di età inferiore ai 24 anni (35%). Da segnalare, inoltre, anche una maggiore presenza di persone in possesso di un alto livello di istruzione.
Infine, considerando il fattore di genere, vediamo come sono cambiate nel tempo le posizioni di uomini e donne. Se nel 2002 l'opinione appariva del tutto trasversale rispetto al genere, negli anni successivi sono sempre le donne a dichiararsi maggiormente comprensive verso i "ritocchi". Dal 2007, però, le distanze tra le opinioni espresse dai due sessi si sono andate riducendo e oggi, invece, quando parliamo di comprensione rispetto agli interventi di chirurgia estetica, assistiamo alla prevalenza degli uomini (28%) rispetto alle donne (24%).
NOTA METODOLOGICA

I dati dell'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos & Pi, sono stati rilevati attraverso un sondaggio telefonico svolto nei giorni 25-26 ottobre 2010. Le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing), dalla società Demetra di Venezia. Il campione, di 1011 persone, è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Claudio Zilio ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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