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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST VEDE CON FAVORE LE COPPIE DI FATTO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NORD EST VUOLE GLI STESSI DIRITTI PER GLI SPOSATI E I CONVIVENTI
[di Natascia Porcellato]

"Vivi e lascia convivere!" scriveva nel 1971 l'eclettico intellettuale Marcello Marchesi. Un anticipo sui tempi di circa quarant'anni appare più che notevole, ma negli ultimi tempi anche nel Nord Est sembra essere diventato questo l'orientamento prevalente della popolazione. Il 64% degli intervistati da Demos, infatti, si dichiara moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "le coppie di fatto, formate da persone che vivono al di fuori del matrimonio, dovrebbero avere gli stessi diritti legali delle coppie sposate". Il dato, inoltre, è sostanzialmente allineato (66%) con quanto aveva rilevato l'Osservatorio sul Nord Est un anno fa.

Dalla maggioranza dei cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento, dunque, sembra arrivare un sostanziale via libera al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto. Logica vorrebbe che la politica si occupasse di riformare una normativa rimasta ormai troppo indietro rispetto alle prassi sociali. Tuttavia, quando posto, il tema suscita dispute feroci che, oltre ai politici, spesso coinvolgono anche vescovi e parroci. Nei mesi scorsi, ad esempio: quando il neo-sindaco di Treviso Manildo ha annunciato l'intenzione di istituire un registro delle coppie di fatto, si sono scatenate polemiche e levate di scudi da più parti, diocesi compresa, tanto da indurlo a rimandare il progetto, almeno per ora.

Eppure, l'impressione è che la popolazione del Nord Est sia più che pronta per una legislazione che individui giuridicamente le coppie di fatto. Il 64% dei rispondenti, infatti, si dichiara a favore della loro equiparazione a quelle sposate. La quota appare sostanzialmente stabile rispetto ad un anno fa, mentre guardando al 2004 il saldo è positivo di circa 10 punti percentuali.

Quali sono i settori sociali più aperti? Se consideriamo il fattore età, osserviamo come il consenso sia diffuso soprattutto tra i giovani: oltre sette under-35 su dieci, infatti, mostrano accordo con l'idea di riconoscere legalmente le coppie di fatto, e la stessa opinione, viene sostenuta anche dal 67% di quanti hanno tra i 35 e i 44 anni. Sotto la media dell'area, invece, si collocano le classi d'età più adulte e anziane (oltre 55 anni), ma la percentuale si mantiene sempre superiore alla soglia critica della maggioranza assoluta.

Guardando all'influenza della religiosità, poi, vediamo come il consenso più ampio al riconoscimento delle coppie di fatto provenga da coloro che non frequentano i riti religiosi (78%). Se invece consideriamo quanti sono praticanti saltuari, l'accordo scende al 65% e si contrae ulteriormente (54%) tra quanti sono presenti assiduamente alla messa. Anche in questo caso, però, vogliamo sottolineare come non si scenda mai sotto la soglia del 50%.

Infine, vediamo il fattore politico. Sono gli elettori di Sel (95%) e Mov. 5 Stelle (72%) a mostrare l'apertura più ampia verso l'idea di riconoscere gli stessi diritti a tutte le coppie, che siano sposate o di fatto. Tende a ridursi, invece, il favore tra i sostenitori di Pd (69%) e Pdl (67%), ma resta comunque largamente maggioritario. Al contrario, è tra i leghisti che possiamo osservare prevalere una certa ostilità: la quota di favorevoli al riconoscimento giuridico delle coppie di fatto, infatti, si ferma al 39%. Ancora più limitato il gradimento che arriva dai sostenitori di Scelta Civica e dell'Udc: è poco più di uno su tre (35%) dei loro elettori, infatti, a ritenere giusto equiparare le coppie conviventi a quelle sposate.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 2-5 settembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1011 persone (rifiuti/sostituzioni: 4948), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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