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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA RELIGIONE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NORD EST È SEMPRE MENO LA GRANDE SACRESTIA D'ITALIA
[di Natascia Porcellato]

L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi del rapporto tra i cittadini dell'area e la religione. Il posto occupato dalla fede è fondamentale per il 16% degli intervistati, abbastanza importante o importante per il 54%, mentre la quota di nordestini che la definiscono irrilevante sfiora il 30%. In difficoltà appaiono i preti: guarda loro con fiducia il 39% dei nordestini, mentre è solo un po' più ampio (44%) il credito riservato alle parrocchie. Ma quali sono le ragioni delle chiese vuote? Quasi un nordestino su quattro (24%) le riconduce al calo dei credenti, mentre la maggioranza si divide tra motivazioni legate agli attuali stili di vita (35%) e la tendenza a "scegliersi" dalla religione solo alcuni precetti (35%).

«La Chiesa è o deve tornare ad essere una comunità del popolo di Dio e i presbiteri, i parroci, i Vescovi con cura d'anime, sono al servizio del popolo di Dio»: con queste parole Papa Francesco risponde ad Eugenio Scalari nella storica intervista apparsa nei giorni scorsi. Il richiamo del Papa appare fondamentale anche per le istituzioni cattoliche del Nord Est. Quest'area, infatti, si era contraddistinta in passato per una religiosità intensa e una comunità cattolica forte, presente e attiva sul territorio, tanto da rendere complicato scindere la comunità religiosa da quella cittadina. Ma dai dati presentati oggi sembra che qualcosa in questo meccanismo si sia incrinato.

Una quota crescente di nordestini, infatti, sembra essersi allontanata dalla religione. Oggi, quanti la giudicano importante sono il 54%, con una diminuzione di circa 4 punti percentuali rispetto al 2004. Ad essere aumentati, invece, sono coloro che relegano la dimensione della fede alla scarsa importanza: in 9 anni, sono saliti dal 24 al 30%. Sostanzialmente stabile (16%), invece, è la quota di popolazione che la ritiene fondamentale.

Se guardiamo alle diverse età, vediamo che la maggioranza dei giovani tende a giudicare la religione come un fattore poco importante o irrilevante, mentre tra gli adulti (35-64 anni) si fa più ampia la percentuale di coloro che la vivono come un fattore importante. È tra gli anziani, invece, ad essere più rilevante la quota di coloro che giudicano la fede fondamentale.

Se la religione appare in difficoltà nel mantenere un posto nella vita dei nordestini, altrettanta fatica sembra caratterizzare il ruolo di preti e parrocchie. Oggi, infatti, è il 39% a provare fiducia nei preti, mentre il 44% esprime il medesimo apprezzamento verso le parrocchie, segnando un arretramento che sfiora i 16 punti percentuali in 10 anni. La diminuzione della fiducia nella comunità cattolica più vicina al territorio, però, riguarda tutti, credenti e non. Infatti, tra quanti frequentano assiduamente i riti religiosi la fiducia nelle parrocchie scende dal 79% del 2003 all'attuale 67%; tra i praticanti saltuari la contrazione varia dal 52% di dieci anni fa al 39% di oggi; tra i non praticanti si scende dal 37% del 2003 all'attuale 16%. Quello che emerge, dunque, sembra essere il segnale della crisi della parrocchia come riferimento comunitario, sia per i non praticanti che per quanti frequentano i riti religiosi.

Riti che sono sempre meno affollati, secondo numerose ricerche, e nella stessa direzione sembra andare anche il calo dei matrimoni religiosi. Quali le ragioni? Il 24% ritiene che sia diminuito il numero di credenti, mentre il 35% indica nella "religione fai da te", quella in cui si scelgono solo alcune regole, il motivo: sono soprattutto gli under-35 a posizionarsi su queste due interpretazioni. Una quota analoga (35%), infine, ritiene che le chiese vuote siano il frutto di vite troppo piene di impegni, ma la quota si fa più consistente tra le persone tra i 35 e i 64 anni.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 2-5 settembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1011 persone (rifiuti/sostituzioni: 4948), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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