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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST è CONVINTO CHE LA CRISI DURERà A LUNGO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
A NORD EST POCHE ILLUSIONI: LA CRISI DURERÀ ALTRI DUE ANNI
[di Natascia Porcellato]

Quando finirà? Dal suo inizio, è questa la domanda che attraversa la mente di tutti. Parliamo, ovviamente, della crisi economica che attraversa il Paese e che ha colpito duramente anche quest'area. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi dell'aspettativa dei cittadini rispetto alla fine della crisi. Coloro che prevedono una conclusione entro sei mesi sono circa il 5%, mentre il 13% pronostica la fine entro un anno; la soglia dei due anni, invece, viene indicata dal 14%. La stragrande maggioranza (61%), però, ritiene sarà tra più di due anni che vedremo chiudersi questo periodo. Piuttosto ampia (8%), inoltre, la quota di persone che non si esprimono.

Le ultime statistiche sulla disoccupazione in Italia gettano ombre ancora fosche sul futuro. I dati di settembre, resi noti dall'Istat nei giorni scorsi, descrivono un Paese piegato dalla mancanza di lavoro, con un tasso di disoccupazione quasi al 13%. È soprattutto per i più giovani, però, che il lavoro sembra un miraggio: lo stesso indicatore, infatti, supera il 40% tra coloro che hanno tra i 15 e i 24 anni. I fondi europei per l'occupazione giovanile che l'Italia dovrà impiegare nei prossimi mesi potranno essere centrali per favorire una ripresa anche in questo settore, tanto più che l'economia da sola non sembra farcela a far riprendere l'occupazione, soprattutto per questa fascia d'età.

Nel frattempo, le aspettative dei cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento si concentrano su un periodo di crisi ancora lungo. Oltre 6 nordestini su dieci si attendono che questo stato di difficoltà duri ancora per più di due anni, mentre è circa il 14% a porre il limite a 24 mesi. I più ottimisti, che indicano in un anno o meno la fine della crisi, sono complessivamente poco meno del 18%.

La convinzione che questo non sia un momento che passerà velocemente è frutto di una lenta presa di coscienza da parte dell'opinione pubblica. Nel 2009, infatti, prevaleva l'idea che nel giro di un anno o meno il peggio sarebbe passato, anche se già l'anno successivo si faceva strada con più forza l'ipotesi di una maggior durata della crisi. Tra il 2011 e oggi, poi, l'opinione pubblica sembra cristallizzata in una sostanziale immobilità delle posizioni, con oltre 6 nordestini su 10 che prevedono una conclusione delle difficoltà in più di due anni.

Le diverse generazioni hanno uno sguardo differente sulla questione? Premesso che in tutte le fasce considerate la maggioranza assoluta prevede che la crisi durerà ancora oltre due anni, vediamo come sia tra gli adulti (45-64 anni) ad ampliarsi in modo più marcato questo orientamento. Quanti ipotizzano in 24 mesi il limite per la fine delle difficoltà sono soprattutto i giovani (15-34 anni), mentre la visione più ottimista è più presente tra le persone tra i 35 e i 44 anni.

Vediamo, infine, che spunti offre il fattore professionale. Anche in questo caso, la fine della crisi in oltre 24 mesi è la soluzione indicata dalla maggioranza di tutti i settori considerati, anche se è tra operai e impiegati che questa tendenza si fa più marcata. Pure imprenditori e liberi professionisti mostrano lo stesso pessimismo: anche tra di loro c'è una presenza superiore alla media di persone che indicano in oltre 24 mesi la chiusura della crisi. Sempre in queste due categorie, a cui possiamo affiancare gli studenti, ritroviamo una presenza superiore alla media di intervistati che individuano nei due anni il limite oltre il quale la crisi dovrebbe risolversi. Quanti sperano che la crisi finisca in un anno o meno, invece, sono soprattutto i disoccupati e le casalinghe.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 2-5 settembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1011 persone (rifiuti/sostituzioni: 4948), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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