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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E I GIOVANI SENZA FUTURO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NORD EST NON È PIÙ UN PAESE PER GIOVANI
[di Natascia Porcellato]

Adulti sempre più distaccati dai giovani e dal loro futuro? Pare di sì. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, si occupa oggi della percezione della popolazione rispetto alla capacità delle classi d'età più mature di farsi carico del futuro delle giovani generazioni. Il 47% dei rispondenti si è detto moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "Oggi gli adulti si preoccupano del futuro dei giovani molto meno di un tempo". La quota è in netto aumento dal 1998: quindici anni fa, infatti, era il 28% a manifestare la stessa idea.

Gli ultimi dati sulla disoccupazione giovanile diffusi dall'Istat qualche giorno fa offrono poche speranze. Tra i giovani italiani (15-24 anni) che cercano un lavoro, quasi il 42% non lo trova (il livello più alto dal 1977, anno in cui iniziano le serie storiche). È vero che molti, a quell'età, sono ancora impegnati nello studio -superiore o universitario-, e questo riduce il numero di coloro che cercano una collocazione. Tale precisazione, però, rende ancora più inquietante il dato. A fronte di una parte ristretto di giovani alla ricerca di lavoro, comunque in 4 su 10 non riescono a trovare un impiego. Nel Nord Est, la terra del "lavoro come identità", non averlo è (quasi) come non esserci. E se a non averlo sono i giovani, è (quasi) come se mancasse il futuro. Occuparsi del futuro dei giovani, qui come (o forse più che) nelle altre aree del Paese, è occuparsi del futuro lavoro dei giovani.

Per questo, la progressiva diffusione dell'idea che gli adulti si preoccupino sempre meno del futuro dei giovani è allarmante. Nel 1998 era il 28% condividere questa opinione, ma già nel 2002 la quota era salita al 31%. Cinque anni più tardi, la percentuale di popolazione che constatava un certo disinteresse degli adulti per il futuro dei giovani aumentava ancora al 38% e nel 2011 arrivava a superare il 44%. Oggi, fermiamo il consenso intorno a questa opinione al 47%. Così, il Nord Est si è scoperto, negli anni, sempre più muto di fronte al futuro delle nuove generazioni.
Sono soprattutto gli anziani con oltre 65 anni a sostenere l'idea che gli adulti si preoccupino del futuro dei giovani meno di un tempo (53%). Nelle altre classi d'età, invece, la quota tende a non distaccarsi molto dalla media dell'area Tra gli under-25 e nelle classi d'età più adulte (45-64 anni), infatti, questa opinione raccoglie un consenso intorno al 43-45%, mentre tra quanti hanno tra i 25 e i 44 anni i valori si assestano tra il 47 e il 48%.

Guardando al titolo di studio, poi, osserviamo come l'idea che gli adulti siano indifferenti rispetto al futuro dei giovani sia diffusa in misura maggiore tra quanti sono in possesso di un basso livello di istruzione (57%). Tuttavia, si mantiene sopra la soglia del 40% anche tra coloro che hanno conseguito la licenza media (43%) o un livello di istruzione più elevato (45%).

Consideriamo, infine, le professioni. In questo caso, l'idea che gli adulti siano sempre più distaccati rispetto al futuro dei giovani supera la maggioranza dei consensi tra operai (53%) e divide in parti sostanzialmente equivalenti disoccupati (51%), pensionati (50%) e casalinghe (49%). Sotto la media dell'area, invece, appare la diffusione di questa opinione tra studenti e liberi professionisti (entrambi: 43%), oltre che tra gli impiegati (41%). L'accordo meno ampio, infine, è quello tributato da imprenditori e lavoratori autonomi: tra di loro, infatti, si ferma al 39%.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 5-7 novembre 2013 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6436), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,07%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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