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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST SPACCATO ANCHE SULLA RIFORMA DEL LAVORO DI RENZI

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
LA RIFORMA DEL LAVORO DI RENZI NON PIACE A METÀ DEL NORD EST
[di Natascia Porcellato]

«È una giornata storica attesa da una intera generazione» così ha esordito il Presidente del Consiglio Matteo Renzi alla conferenza stampa in cui ha annunciato l'approvazione del "Jobs Act". A poco più di un mese dalla sua entrata in vigore, l'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, indaga intorno al giudizio dell'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento sulla riforma del lavoro. Il 46% degli intervistati la ritiene negativa perché modifica alcuni diritti dei lavoratori. Ad averne una percezione positiva, in quanto adeguata alle nuove esigenze del mercato del lavoro, invece, è il 39%. Ampia (15%), però, è la quota di nordestini che non rispondono.

La definizione di "storica" è, sotto molti punti di vista, calzante, e lo è non solo per il superamento dell'articolo 18: lo è anche perché riordina la selva dei contratti precari e ripensa il sistema degli ammortizzatori sociali. Secondo i dati riferiti da Tito Boeri, sono circa 76mila le aziende che hanno già richiesto la decontribuzione (fonte: INPS) e 275mila le persone assunte a tempo indeterminato con gli sgravi previsti (fonte: Fondazione Studi Consulenti del Lavoro). Con 220mila stabilizzazioni di co.co.pro., contratti a termine, partite Iva e 55mila nuove assunzioni, sembra che la riforma stia agendo nelle direzioni sperate: risanando sacche di precarietà e attivando nuovi posti di lavoro. Questi numeri, dunque, accendono speranze per la ripresa lavorativa di cui il Paese ha disperatamente bisogno dopo anni di crisi occupazionale.

Il Nord Est, la terra del lavoro per eccellenza, resta però ancora diffidente verso la riforma. Il 46% si mostra negativo verso il pacchetto di provvedimenti adottati, mentre è il 39% a manifestare il proprio sostegno. Appare estesa, inoltre, l'area di chi è in attesa di capire meglio e non si esprime (15%).
Come si caratterizzano questi atteggiamenti? Analizziamo innanzitutto chi non risponde. Il profilo mostra una presenza superiore alla media di giovani con meno di 25 anni (19%) e anziani con oltre 65 anni (24%). Coerentemente, guardando alle professioni, emerge una maggiore incertezza tra studenti (23%) e pensionati (20%). Politicamente, infine, è tra gli incerti e i reticenti (25%) che aumenta il tasso di non risposta.

Quanti hanno un'opinione negativa, poi, mostrano dei tratti peculiari. Anagraficamente, la disapprovazione tende a diventare prevalente (55-56%) tra le persone di età centrale (35-54 anni), mentre supera la soglia del 60% tra operai (67%) e tecnici (61%). Dal punto di vista politico, invece, la contrarietà al Jobs Act è presente in misura maggiore tra i sostenitori della Lega Nord (54%), anche se è tra gli elettori di Sel (72%), del Mov. 5 Stelle (75%) o delle formazioni minori (70%) che ritroviamo la critica più estesa.

Infine, consideriamo il profilo di coloro che apprezzano la riforma del lavoro voluta dal Governo Renzi. Guardando alle classi d'età, vediamo come il favore si allarghi tra gli adulti (55-64 anni, 48%) o gli anziani (46%). Dal punto di vista socio-professionale, invece, il sostegno ai nuovi provvedimenti si fa più consistente tra le casalinghe (43%) e i pensionati (49%); tuttavia, è tra gli imprenditori (54%) e, soprattutto, i liberi professionisti (72%) che tale orientamento diventa nettamente prevalente. Politicamente, vediamo che il giudizio positivo ha una matrice chiara e proviene in misura maggiore dagli elettori del Pd (61%).

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 2-4 marzo 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1006 persone (rifiuti/sostituzioni: 6573), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.09%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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