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OSSERVATORIO SUL NORD EST - MERCATI - IL NORD EST DIVISO TRA PROTEZIONISMO E APERTURE

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
MERCATI - IL NORD EST DIVISO TRA PROTEZIONISMO E APERTURE
[di Natascia Porcellato]

Mercati esteri: aprire o chiudere? Questo dubbio sembra dividere l'opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. Secondo i dati raccolti da Demos per Il Gazzettino e pubblicati all'interno dell'Osservatorio sul Nord Est, il 51% degli intervistati pensa che lo sviluppo futuro dell'area sia legato ad una maggiore apertura verso l'estero. Al contrario, il 48% preferirebbe proteggere l'economia territoriale dalla concorrenza internazionale; piuttosto marginale la quota di persone che non rispondono (2%).

Tra paura e tentazione: sembrano essere questi i due sentimenti che caratterizzano i nordestini quando si parla di mercati esteri. L'ambivalenza è comprensibile. Da una parte, infatti, la capacità di adattamento quasi camaleontica delle piccole e medie imprese dell'area alle richieste provenienti dai Paesi esteri più distanti e disparati è stata una delle ragioni del grande sviluppo dell'area e del suo successo in ambito internazionale. Dall'altra parte, però, con l'andare del tempo una quota via via più consistente di aziende ha anche sofferto la concorrenza (soprattutto, ma non solo) cinese sulle produzioni a basso valore aggiunto. Da qui, dunque, la complessità del tema e la comprensibile divisione anche dell'opinione pubblica.

Il 51% degli intervistati, infatti, ritiene che il Nord Est per avere un maggiore sviluppo dovrebbe soprattutto cercare di aprile ai mercati esteri. Al contrario, il 48% vorrebbe proteggere l'economia locale dalla concorrenza internazionale.
Come sono cambiati nel corso del tempo gli orientamenti dei nordestini? Nel 2010 era una maggioranza un po' più solida a preferire l'apertura verso i mercati esteri (54% rispetto all'attuale 51%). Meno ampia, poi, appariva la richiesta di protezione dalla concorrenza internazionale (40% nel 2010 rispetto all'attuale 47%). La crisi economica che ha caratterizzato anche quest'area, quindi, sembra aver reso più caute le aperture che si erano registrate in passato, e questo nonostante le aziende che in questi anni hanno meglio resistito (o che addirittura sono cresciute) lo debbano (quasi) esclusivamente all'export.
Vediamo come cambiano i due atteggiamenti nei diversi settori sociali. Le persone che prediligono l'apertura verso i mercati esteri sono soprattutto giovani: hanno tra i 15 e i 24 anni (62%) o tra i 25 e i 34 anni (59%). Le classi d'età più centrali, invece, si dividono in modo più equo tra le due posizioni, ed è tra quanti hanno tra i 55 e i 64 anni (52%) e tra gli anziani over-65 (53%) che diventa maggioritaria la richiesta di protezione.

Guardando al genere, invece, vediamo che le divisioni sono piuttosto nette: gli uomini chiedono di aprire alla concorrenza internazionale (63%) e le donne reclamano protezione per l'economia locale (58%).

Dal punto di vista socio professionale, poi, raccogliamo ulteriori elementi interessanti. Le richiesta di apertura ai mercati esteri proviene in misura maggiore da impiegati (70%), liberi professionisti (68%) e studenti (64%). Un'effettiva parità dei due atteggiamenti, invece, si può rintracciare tra i pensionati. Tra casalinghe (68%), lavoratori autonomi (60%) e operai (53%), invece, diventa preponderante la richiesta di tutela.

Infine, consideriamo l'influenza della politica. La richiesta di apertura alla concorrenza internazionale proviene in misura maggiore dagli elettori di Sel (90%) e del Pd (60%). Al contrario, sono i sostenitori di Ind. Veneta (62%), Ncd (58%) e M5s (56%) a richiedere più diffusamente protezione per l'economia locale. Una sostanziale equivalenza dei due atteggiamenti, invece, è osservabile tra quanti sono vicini a Forza Italia o alla Lega Nord.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 12-14 gennaio 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1013 persone (rifiuti/sostituzioni: 7304), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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