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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST PREFERISCE INFORMARSI ANCORA CON LA TELEVISIONE.

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
INFORMAZIONE, IL NORD EST SCEGLIE TELEVISIONE E GIORNALI
[di Natascia Porcellato]

"Quando la verità non è libera, la verità non è vera", sosteneva il poeta Jacques Prévert. Questa considerazione appare particolarmente interessante alla luce dei dati presentati oggi dall'Osservatorio sul Nord Est. Secondo le analisi condotte da Demos per Il Gazzettino, quasi un nordestino su cinque (18%) non sa o non riesce ad esprimersi sulla fonte di informazione più libera. La maggioranza relativa (37%) indica in Internet quella più indipendente, e a questa possiamo affiancare i social network (7%) che rafforzano la (relativa) forza del web. Restano, quindi, piuttosto indietro i media tradizionali come la televisione (16%), i quotidiani (13%), le radio (9%) e i settimanali (1%).

Questi giudizi, tuttavia, non sembrano incidere molto sulle scelte informative dei nordestini. La televisione era ed è il media più utilizzato quotidianamente, per quanto segni un certo declino (75%, -5 punti percentuali rispetto al 2010). Al secondo posto, però, si sale Internet, che viene utilizzato tutti i giorni dal 44% degli intervistati e mostra un incremento di 11 punti percentuali in 5 anni. Se a questo affianchiamo il 28% che si informa sui social network, appare chiaro come quella del web sia una rivoluzione che interessa tutti i campi della vita sociale, compreso quello dell'informazione. In crisi, invece, appaiono sia la radio (34% di fruitori assidui, -11% rispetto al 2010) che i quotidiani (29%, -6 punti percentuali in 5 anni), quasi alla ricerca di un nuovo ruolo nel mondo che sta cambiando.

Analizzando la ricerca curata da Pino Rea "Rapporto sulla professione giornalistica in Italia (aggiornamento 2014)" presentata lo scorso 12 gennaio a Roma, vediamo come sia cambiata la condizione di quella che resta una della professioni centrali per la democrazia di un Paese. Tra i tanti dati su cui sarà necessario riflettere, richiamiamo la crescita dei free lance (saliti dal 54 al 65% dei lavoratori tra il 2009 e il 2014) e l'aumento della disoccupazione (quasi raddoppiata tra il 2003 e il 2014): segnali di un cambiamento che va studiato in modo ancora più approfondito.

È evidente, poi, che le diverse fonti non sono esclusive: ognuno è libero di integrare come crede la propria dieta informativa. Dall'altra parte, l'utilizzo dei diversi media risponde a dei profili piuttosto precisi. Internet e i social network, ad esempio, sono fonti di informazione utilizzate da persone giovani o di età centrale, da studenti o disoccupati, oltre che dalle categorie lavorativamente attive (con l'eccezione degli operai).

Televisione, radio e quotidiani, invece, mostrano di essere utilizzati più di frequente da persone adulte o anziane. Tv e quotidiani sono preferiti da impiegati, disoccupati e pensionati, mentre solo l'ascolto della radio sembra mettere d'accordo tutti i lavoratori.

Gli intervistati, dunque, appaiono divisi sui media utilizzati per informarsi e in imbarazzo nell'individuare lo spazio di maggiore indipendenza e libertà. Non stupisce, quindi, che la fiducia non sia particolarmente ampia: la maggioranza dei nordestini esprime distacco rispetto all'informazione dei media. Il 59% dichiara di fidarsi poco o per niente dell'informazione dei giornali, mentre è il 41% a collocare il proprio gradimento tra il molto o l'abbastanza. Quel che colpisce, però, è osservare come la fiducia verso l'informazione di televisione e Internet -due media che hanno quantità di utilizzo e profili di fruitori tanto diversi- comunque non si caratterizzino per una diversa riserva di fiducia. Entrambe, infatti, raccolgono il consenso del 39% dei nordestini e conservano la diffidenza del 61%: una sfiducia tanto trasversale rischia di trasformarsi in generale indifferenza.

NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 30 novembre-2 dicembre 2015 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1018 persone (rifiuti/sostituzioni: 6865), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.07 %). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione dell'indagine CATI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.

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