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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST: IL FUTURO PER I GIOVANI è ALL'ESTERO

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
CARRIERA E SOLDI ADEGUATI PER MOLTI «SOLO ALL'ESTERO»
[di Natascia Porcellato]

"Per i giovani di oggi che vogliano fare carriera l'unica speranza è andare all'estero": secondo i dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, la pensa così la metà (50%) dei rispondenti di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.

Com'è cambiato questo orientamento nel tempo? Tra il 2008 e il 2009, l'accordo con l'idea che per fare carriera fosse preferibile andare all'estero raccoglieva il 40% delle indicazioni. A partire dal 2010, con l'acuirsi dell'impatto della crisi economica e finanziaria nelle regioni del Nord Est, aumenta anche la percezione che andarsene sia l'unica soluzione per chi ambisce a una carriera soddisfacente (46%). Nel 2011 osserviamo un'ulteriore crescita (49%), anche se è nel 2012 che viene (ampiamente) superata la soglia della maggioranza assoluta (58%), valore poi stabilizzatosi nel 2013 (59%). Il 60%, viene superato l'anno seguente (61%), e la tendenza è confermata e rinforzata nel 2015 (63%) e nel 2016 (64%). Nel 2017, però, assistiamo ad una inversione di tendenza: dopo una serie di aumenti lunga 8 anni, per la prima volta diminuisce (54%) la quota di chi pensa sia preferibile andare all'estero per avere una carriera, trend confermato quest'anno, quando l'accordo si è fermato al 50%.

D'altra parte, come ricorda il rapporto Almalaurea 2019, le ragioni della partenza sono sia nell'ambizione di avere una carriera, sia in quella di avere uno stipendio soddisfacente. Sempre secondo le analisi del Consorzio Interuniversitario, partono soprattutto i laureati che hanno medie più alte e corsi di studi più regolari, e vanno a lavorare con contratti più stabili e a guadagnare stipendi di oltre il 60% più elevati rispetto ai colleghi rimasti in patria.

Quali sono i settori che più ritengono preferibile la scelta di un Paese estero per avere una carriera lavorativa? La pensano in questo modo soprattutto i giovani tra i 25 e i 34 anni (55%), anche se l'adesione più alta è rintracciabile tra le persone tra i 35 e i 54 anni (61%). Guardando alle categorie socio-professionali, vediamo che sono in misura maggiore i disoccupati (72%), insieme a impiegati (55%), liberi professionisti e operai (entrambi 58%) a pensare che le chance migliori sono oltreconfine, ed sono concordi anche quasi quattro imprenditori su dieci (39%).

La pensano così, infine, più le donne (54%) che gli uomini (47%). D'altra parte, è proprio per le donne che le difficoltà si moltiplicano: entrano con maggiore difficoltà nel mondo del lavoro; ricevono stipendi più bassi dei colleghi parigrado; trovano trasparenti, ma robustissimi, soffitti di vetro che fermano gli avanzamenti di carriera; sono più spesso oggetto di molestie sul luogo di lavoro; viene fatta pesare loro l'eventuale scelta di diventare madri. E allora, finché la missione di conciliare i tempi del lavoro con quelli della cura familiare continuerà a sembrare impossibile in questo Paese, immaginare di andare all'estero, per una donna, sarà forse più che cercare una carriera.


NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 29 aprile e il 2 maggio 2019 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1028 persone (rifiuti/sostituzioni: 6579), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.05% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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