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OSSERVATORIO SUL NORD EST - NORD EST: LA CRISI ECONOMICA PREOCCUPA PIù DEL COVID

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
COVID? FA PIÙ PAURA LA CRISI. VACCINO, UNO SU 3 LO RIFIUTA
[di Natascia Porcellato]

Corre veloce, il virus. Più dei tamponi, più degli isolamenti fiduciari, più dei ricoveri. Mentre il colore del Paese cambia a suon di Dpcm e Ordinanze regionali, virando verso un arancio-rosso sempre più generalizzato, segno dell'aggravarsi della situazione e dei sempre più stringenti tentativi di arginarla, come sta cambiando la consapevolezza sociale del Coronavirus? Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est, oggi è il 62% degli intervistati a conoscere persone che si sono ammalate di Covid-19: solo due mesi fa, la quota si fermava al 43%.

Che significa? Che la pandemia è entrata nella quotidianità di ognuno. Che ha coinvolto persone che fanno parte della nostra vita. Che è diventata molto più reale, per molti. È soprattutto chi è in possesso di un alto livello di istruzione (71%) e chi ha meno di 54 anni (67-73%) a conoscere persone che si sono ammalate di Covid-19. A questi tratti possiamo aggiungere alcune specifiche socioprofessionali: ad avere tra i propri conoscenti qualcuno che ha contratto il Coronavirus sono in misura maggiore liberi professionisti (80%) e impiegati (76%), imprenditori e lavoratori autonomi (70%), operai e studenti (entrambi 66%). Al contrario, le quote tendono scendere tra: gli anziani con oltre 65 anni (49%) e le persone in possesso di un basso livello di istruzione (41%), oltre a pensionati (51%), disoccupati (58%) e casalinghe (41%).

Avere una conoscenza diretta della malattia influenza i timori? La risposta sembra essere negativa. Rispetto al contagio. la paura per gli effetti della crisi economica e sociale resta maggioritaria sia tra coloro che conoscono persone che si sono ammalate di Covid-19 (51%) che quanti non hanno avuto questo tipo di esperienza, per il momento (56%).

La sensazione è che siano le persone che godono di maggiori legami sociali ad avere una percezione più concreta del rischio. Questo, però, non sembra tradursi in una crescita dei timori sanitari: preminenti, infatti, restano le preoccupazioni di stampo economico e sociale anche tra chi conosce persone che si sono ammalate di Covid-19.

Con la maggiore familiarità con la malattia è cresciuta anche la propensione alla vaccinazione? Pare di sì. Pur avendo raccolto le risposte prima dell'annuncio di Pfizer, che ha accorciato a qualche mese l'attesa per la distribuzione anche nel nostro Paese, emerge una certa crescita rispetto alla propensione alla vaccinazione, che sale dal 61% registrato nel settembre scorso all'attuale 64%. Sono in misura maggiore uomini (72%), giovani (77%) e anziani (79%) ad essere più convinti di sottoporsi alla vaccinazione, quando sarà disponibile, insieme a impiegati (70%) e studenti (82%), casalinghe (68%) e pensionati (75%). La contrarietà al vaccino, invece, si fa più larga tra le donne (36%) e nella fascia d'età centrale (25-54 anni, 34-47%), ma diventa maggioranza tra operai (52%), disoccupati (62%) e imprenditori (56%).

Più veloce del virus, dunque, dovrà correre anche la capacità istituzionale di convincere chi, oggi, guarda con sospetto al vaccino.


NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 4 e il 6 novembre 2020 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1001 persone (rifiuti/sostituzioni: 6203), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.10% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Sara Garbin ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it

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