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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E L'INFLUENZA DELLA CHIESA NELLA MORALE E NELLA VITA DELLE PERSONE
Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento. |
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LA PAROLA DELLA CHIESA? INDIFFERENTI IN AUMENTO [di Natascia Porcellato]
Come vengono giudicati gli insegnamenti della Chiesa rispetto alla morale e alla vita delle persone? Secondo i dati analizzati da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, oggi il 16% li ritiene molto importanti, mentre il 47% li giudica utili, ma affidati anche alla coscienza di ognuno. L'area dell'indifferenza, invece, raggiunge il 14%, e le posizioni più critiche, che giudicano improprio (17%) o negativo (6%) l'intervento della Chiesa in tali questioni, complessivamente arrivano al 23%.
Secondo la Treccani, la secolarizzazione è un "processo di progressiva autonomizzazione delle istituzioni politico-sociali e della vita culturale dal controllo e/o dall'influenza della religione e della Chiesa". È, questo, un fenomeno sociale spesso lento, oltreché lungo: cos'è cambiato in vent'anni in Veneto, Friuli-Venezia Giulia e in provincia di Trento? Resiste intorno al 16-17% la componente che appare più attaccata agli insegnamenti della Chiesa. A diminuire, invece, è la quota di nordestini che giudica le indicazioni cattoliche utili, ma da declinare secondo coscienza: dal 63% del 2002, si scende all'attuale 47% (-16 punti percentuali). Al contrario, la componente che sembra essere maggiormente cresciuta è quella dell'indifferenza (da 4 a 14%, +10 punti percentuali), insieme agli orientamenti più radicali: infatti, coloro che valutano gli interventi della Chiesa in questi temi impropri o negativi registrano un saldo positivo complessivo di 7 punti percentuali.
Come cambiano queste posizioni nei diversi settori sociali? Analizziamo innanzitutto il fattore anagrafico. Tra i più giovani, è maggioritaria l'idea che l'insegnamento della Chiesa sia utile, ma da inquadrare nella propria coscienza (54%), a cui si affianca una certa indifferenza (22%). Quanti hanno tra i 25 e i 34 anni mostrano un orientamento più marcatamente distante: il 18% è indifferente, il 21% lo giudica improprio e il 14% ne ha una visione negativa. Tra chi è di età centrale, poi, emerge una quota consistente di distacco (23%), mentre chi ha tra i 45 e i 54 anni appare più orientato a considerare improprio (23%) l'intervento della Chiesa nella vita delle persone. Gli adulti, invece, tendono a non discostarsi dai valori medi dell'area. L'idea che gli insegnamenti della Chiesa sulla morale siano molto importanti tocca il suo punto più alto tra gli over-65 (31%) ma, come tra i più giovani, anche qui la maggioranza assoluta (52%) mette l'accento sul ruolo della scelta individuale.
Consideriamo, infine, la religiosità . Tra chi va assiduamente a Messa, convivono due anime: una che giudica gli insegnamenti della Chiesa molto importanti e da seguire (48%) e un'altra che, pur riconoscendone l'utilità , ritiene anche sia la coscienza di ognuno a dover decidere (46%). Tra quanti hanno una pratica religiosa più saltuaria, invece, emerge con maggiore forza il ruolo del giudizio individuale (56%), mentre i non praticanti tendono a mostrare componenti più consistenti di indifferenza (21%) o ostilità (42%) agli insegnamenti della Chiesa in materia di morale.
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NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 13 e il 15 aprile 2022 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1000 persone (rifiuti/sostituzioni: 4931), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.59% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più. Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Sara Garbin ha svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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