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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA REVISIONE DELLA LEGGE 194

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SENZA PACE LA LEGGE SULL'ABORTO: VOGLIONO RIVEDERLA QUATTRO SU DIECI
[di Natascia Porcellato]

Se 34 anni non bastano: la legge 194 che regola l'interruzione volontaria di gravidanza, approvata nel 1978, non sembra trovare pace in Italia. L'ultimo ricorso respinto dalla Corte Costituzionale, infatti, risale al giugno scorso. L'aborto, quindi, rimane un argomento centrale nel confronto politico e religioso del Paese. L'Osservatorio sul Nord Est, curato da Demos per Il Gazzettino, punta la propria attenzione su questa tematica tanto difficile quanto attuale. Oggi, è il 37% dei rispondenti ad essere moltissimo o molto d'accordo con l'idea che "Bisogna rivedere la legge sull'aborto, per limitare i casi in cui è lecito".
È nel corso degli anni '70 che l'Italia affronta legislativamente la modernizzazione della società. In quel periodo, infatti, il Parlamento vara numerose riforme, spesso oggetto di discussioni che continuano ancora oggi. Solo per citarne alcune: la legge sul divorzio e lo statuto dei lavoratori (ambedue nel 1970); i decreti delegati della scuola (1974) e la riforma del diritto di famiglia (1975); inoltre, la legge Basaglia, che riformava la psichiatria (1978), approvata poche settimane prima della legge 194 sull'interruzione volontaria di gravidanza. È in quel decennio, quindi, che in Italia assistiamo alla nascita di normative piuttosto innovative, spesso avanzate, per quanto, altrettanto spesso, largamente inapplicate. Tra tutte, però, forse solo lo statuto dei lavoratori è equiparabile alla legge sull'aborto per quantità e frequenza di attacchi e tentativi di revisione.
Come si orienta la popolazione del Nord Est rispetto a questa legge? In Veneto, Friuli-Venezia Giulia e in provincia di Trento la necessità di ripensare la 194 in modo restrittivo è sostenuta dal 37% degli intervistati. Se consideriamo l'andamento che questa opinione ha descritto nel corso del tempo, vediamo che, tra il 2007 e il 2009, la quota di popolazione che mostrava lo stesso orientamento si collocava intorno al 42-45%. Nel 2010 sale fino a sfiorare il 49%, per poi scendere, l'anno successivo, al 46%. Oggi, la contrazione sembra farsi più marcata: è poco più di un nordestino su tre (37%) a dichiarare di voler rivedere la legislazione corrente sull'interruzione volontaria di gravidanza.
Come si orientano i diversi settori sociali? In linea generale, osserviamo come l'idea di modificare in senso restrittivo della legge sull'aborto non raggiunga in (quasi) nessun caso la maggioranza dei consensi. In ogni caso, guardando alla religiosità, vediamo come siano soprattutto i praticanti assidui a sostenere la necessità di rivedere l'attuale normativa, mentre, se consideriamo i settori socio-professionali, sono operai, liberi professionisti e casalinghe a mostrare un orientamento simile.
Guardando all'età, invece, vediamo come siano in misura maggiore le persone tra i 45 e i 54 anni e gli anziani (oltre 65 anni) a voler rivedere la 194 per limitarne l'applicazione. Se consideriamo oltre all'età anche il genere, però, osserviamo alcuni distinguo interessanti. Il massimo favore rispetto alla modifica della normativa lo ritroviamo tra i giovani uomini (25-34 anni), mentre per le donne lo stesso orientamento si concentra nella fascia che va dai 35 ai 54 anni, oltre alle anziane con oltre 65 anni di età.
Infine, consideriamo l'influenza della politica: l'argomento tende a tagliare trasversalmente i tradizionali schieramenti di destra e sinistra. I consensi più ampi rispetto alla revisione della 194, infatti, uniscono gli elettori di Udc, Pdl e Idv, mentre, al contrario, sono meno favorevoli alle modifiche soprattutto i simpatizzanti di Pd e Lega Nord.
NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 31 maggio-4 giugno 2012 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI (Computer Assisted Telephone Interviewing) da Demetra. Il campione, di 1008 persone (rifiuti/sostituzioni: 3615), è statisticamente rappresentativo della popolazione, con 15 anni e più, in possesso di telefono fisso, residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,08%). I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Fabio Turato, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Mauro Vullo ha svolto la supervisione dell'indagine CATI. Lorenzo Bernardi ha fornito consulenza sugli aspetti metodologici. L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it.
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