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OSSERVATORIO SUL NORD EST - IL NORD EST E LA SICUREZZA AUTOMOBILITSTICA

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
SULLE STRADE PIÙ SICURI CHE NEL RESTO D'ITALIA
[di Natascia Porcellato]

Secondo i dati Istat, in Italia sono in calo gli incidenti stradali (con conseguenze su persone): rispetto ai 212.997 del 2010, nel 2016 il valore è sceso a 175.791. In diminuzione, inoltre, appaiono morti (da 4.114 a 3.283) e feriti (da oltre 304mila a poco meno di 250mila). La stessa dinamica sembra essere in atto anche nel Nord Est: morti e feriti a causa di un incidente stradale sono stati oltre 24mila nel 2016, valore in calo rispetto ai 30.244 registrati nel 2009. A parte le fredde statistiche ufficiali, quanto sicuri si sentono in auto i cittadini di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia autonoma di Trento? Secondo i dati raccolti da Demos per l'Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, il 77% degli intervistati si dichiara molto (13%) o abbastanza (64%) sicuro in automobile. Una minoranza, invece, (21%) confessa una certa inquietudine a bordo delle quattro ruote, e una quota ancora più bassa (17%) dichiara di temere frequentemente di essere vittima di incidente stradale, o che ne sia vittima un familiare.

Nel tempo, queste tendenze appaiono piuttosto stabili. Tra il 2011 ed oggi, rispetto alla percezione di sicurezza in auto, non sembra essere cambiata né la tranquillità (rispettivamente: 79 e 77%) né la preoccupazione (20 e 21%). Una diminuzione più consistente, invece, possiamo rilevarla nel timore che un incidente stradale possa capitare ad un familiare o a sé stessi: nel 2011 era il 20% a dichiarare questo pensiero frequentemente, mentre oggi si ferma al 17%.
Rispetto all'Italia nel suo complesso, come si caratterizza l'atteggiamento del Nord Est? I dati restituiscono l'idea che quest'area si senta più tranquilla rispetto ai connazionali (77% vs 72%), mentre la quota di inquietudine legata alle quattro ruote è più ampia tra gli italiani (27%) che tra i nordestini (21%). Coerentemente, anche il pensiero di essere coinvolto in un incidente stradale, o che lo sia un familiare, appare più consistente nel complesso della penisola (26%) piuttosto che tra i nordestini (17%).

Ma quanto conta il fattore anagrafico nelle percezioni? Molto, guardando alle analisi. L'inquietudine in auto tende a crescere con l'aumentare dell'età degli intervistati. Tra i giovani (15-29 anni) è il 13% a dichiarare di sentirsi poco o per niente sicuro in auto. Il medesimo sentimento, però, raggiunge il 22% tra le persone tra i 30 e i 44 anni, il 23% tra gli adulti (45-64 anni) e il 25% tra gli anziani. Allo stesso modo, anche il timore di essere coinvolti personalmente in un incidente stradale, o che lo sia un familiare, aumenta con l'avanzare degli anni: riguarda il 14% degli under-30, il 15% di coloro che hanno tra i 30 e i 44 anni, il 18% di quanti hanno tra i 45 e i 64 anni e il 21% degli over-65. Diversa, però, è la conta ufficiale dell'Istat (2016) di morti e feriti legati agli incidenti stradali: nel 2016, in 6.690 avevano tra i 15 e i 29 anni; una quota sostanzialmente analoga (6.544) aveva tra i 30 e i 44 anni; ben 7.530 avevano tra i 45 e i 64 anni; 3.689 avevano oltre 65 anni.


NOTA INFORMATIVA
L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto nei giorni 19-24 gennaio 2018 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI e CAWI da Demetra. Il campione, di 1011 persone (rifiuti/sostituzioni: 5153), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 15 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per area geografica, sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3.08% con CAWI) ed è stato ponderato in base alle variabili socio-demografiche. I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all'unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Marco Fornea ha svolto la supervisione dell'indagine CATI-CAMI-CAWI.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.

Documento completo su www.agcom.it.

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