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OSSERVATORIO SUL NORD EST - LE OLIMPIADI INVERNALI DI MILANO CORTINA 2026

Svolto su incarico de Il Gazzettino, che ne ospita anche la pubblicazione settimanale, rileva gli atteggiamenti politici e culturali di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della provincia di Trento.
IL NORD EST HA ASPETTATIVE POSITIVE DALLE OLIMPIADI DI MILANO-CORTINA
[di Natascia Porcellato]

«I membri del CIO hanno eletto come città organizzatrice dei Giochi del 2026 Milano-Cortina»: era il 19 giugno del 2019, e con queste parole veniva assegnata all’Italia la XXV edizione dei Giochi olimpici invernali. A vent’anni da Torino 2006, e a settanta dall’iconica Cortina 1956, i cinque cerchi tornano nel Belpaese per l’edizione più “diffusa” di sempre: tra febbraio e marzo 2026, le gare di Olimpiadi e Paraolimpiadi si snoderanno tra Livigno e Predazzo, Tesero e Bormio, Aterselva/Antholz e lei, ovviamente, la perla delle Dolomiti, Cortina d’Ampezzo.

Ma quale aspettativa ha l’opinione pubblica di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e della Provincia autonoma di Trento rispetto a questo evento? Secondo i dati elaborati da Demos per l’Osservatorio sul Nord Est del Gazzettino, le attese sono largamente positive: 8 su dieci, infatti, immaginano ricadute positive per il territorio, mentre l’area degli scettici non va oltre il 20%.

L’idea che le Olimpiadi e le Paraolimpiadi avranno un effetto positivo, però, oltre che nettamente maggioritario, appare anche piuttosto trasversale: in nessun caso, infatti, la quota di pessimisti supera gli ottimisti. Tuttavia, studiando i diversi settori sociali, possiamo ottenere indicazioni interessanti. A scommettere che i Giochi avranno un impatto positivo sono in misura maggiore le donne (83%), mentre guardando al fattore anagrafico lo stesso orientamento appare più presente tra i giovani con meno di 25 anni (92%) e tra gli over-65 (90%). Dal punto di vista socioprofessionale, poi, sono operai (85%) e studenti (88%), casalinghe e pensionati (entrambi 88%) a dare maggiore credito agli effetti benefici dell’evento.

All’opposto, l’area dello scetticismo tende a essere più consistente tra gli uomini (26%), oltre che tra quanti hanno tra i 25 e i 34 anni (28%) e le persone di età centrale (39%). Considerando la professione, invece, una certa circospezione sembra farsi strada tra tecnici e impiegati (29%), imprenditori e lavoratori autonomi (28%), anche se è tra i liberi professionisti che la visione più cauta appare più ampia (41%).

Ma cosa resterà, una volta terminate le Olimpiadi e Paraolimpiadi? Indicato dal 41% dei nordestini, è “il miglioramento stradale e di mobilità sostenibile” il lascito che più vorrebbe l’opinione pubblica dell’area, seguito dalla riconversione delle strutture olimpiche per contrastare lo spopolamento della montagna (23%) e da una maggiore conoscenza di Cortina e del Veneto nel mondo (15%). Chiudono, infine, le nuove o rinnovate infrastrutture sportive (13%).

Qualche giorno fa, però, è arrivata la decisione del CIO di assegnare a “Dolomiti-Valtellina” le Olimpiadi invernali giovanili del 2028. Tra Lombardia, Veneto e Trentino, sette delle undici sedi saranno le stesse utilizzate nel 2026: a Livigno, l’Aerials & Mogul Park e lo Snow Park (freestyle e snowboard); lo Stadio del salto di Predazzo e quello dello sci di fondo di Tesero; la pista Stelvio di Bormio (sci alpino) e, infine, lo Sliding Centre e Stadio Olimpico di Cortina d’Ampezzo (bob, skeleton, slittino e curling). Ancor prima di accendere il braciere, Milano-Cortina 2026 sta già lasciando la sua eredità.



NOTA INFORMATIVA

L'Osservatorio sul Nord Est è curato da Demos & Pi per Il Gazzettino. Il sondaggio è stato condotto tra il 15 e il 17 gennaio 2025 e le interviste sono state realizzate con tecnica CATI, CAMI, CAWI da Demetra. Il campione, di 1.001 persone (rifiuti/sostituzioni: 7.003), è statisticamente rappresentativo della popolazione con 18 anni e più residente in Veneto, in Friuli-Venezia Giulia e nella Provincia di Trento, per provincia (distinguendo tra comuni capoluogo e non), sesso e fasce d'età (margine massimo di errore 3,1% con CAWI) ed è stato ponderato, oltre che per le variabili di campionamento, in base al titolo di studio.
I dati fino al 2007 fanno riferimento solamente al Veneto e al Friuli-Venezia Giulia. I dati sono arrotondati all’unità e questo può portare ad avere un totale diverso da 100. I dati fino a febbraio 2019 fanno riferimento ad una popolazione di 15 anni e più.
Natascia Porcellato, con la collaborazione di Ludovico Gardani, ha curato la parte metodologica, organizzativa e l'analisi dei dati. Beatrice Bartoli e Paolo Bonanomi hanno svolto la supervisione della rilevazione effettuata da Demetra.
L'Osservatorio sul Nord Est è diretto da Ilvo Diamanti.
Documento completo su www.agcom.it
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